Sempre più impegnate, non solo nell’accoglienza e nella comunicazione, ma in prima linea in vigna e in cantina. Protagoniste dell’innovazione e della narrazione delle etichette italiane, anche all’estero, in un settore che solo pochi anni fa era considerato ancestralmente maschile, le donne del vino hanno scardinato negli ultimi anni molti pregiudizi. «Ho cominciato a lavorare negli anni 90, quando eravamo ancora poche in ruoli di rilievo. In questi tre decenni molto è cambiato. La presenza femminile è trasversale in tutta la filiera, anche se non significa che si sia raggiunta una piena parità di genere», ricorda Daniela Mastrobernardino, amministratore ed export manager di Terredora, neoeletta al vertice dell’Associazione Nazionale Donne del Vino. Subentrata alla toscana Donatella Cinelli Colombini, che ha portato le socie a superare le mille unità ed è stata pioniera delle donne in cantina, con un team tutto al femminile quando ancora non era comune, sottolinea che se tanta strada è stata fatta, molta ancora resta da fare.