La stagione viticola 2020 ci restituisce – da quello che si può dedurre dalle degustazioni degli oltre 60 campioni raccolti dal Consorzio Vini d’Abruzzo – dei Cerasuolo d’Abruzzo che complessivamente ci sono sembrati di ottima fattura.

Semmai quello che balza all’occhio è il “cambio di stile” di alcune cantine che invece che puntare sulla tradizione – che vede nel Cerasuolo quasi un rosso leggero, di buon corpo e bella struttura, con tannicità contenuta e buona acidità, dal finale secco e asciutto – hanno preferito proporre invece alcune versioni che occhieggiano, nel colore tenue e nella sottile struttura, ai Rosé della Provenza. Una scelta ovviamente lecita che a noi però non piace troppo: preferiamo i Cerasuolo che coniugano lo stile classico e tradizionale con un’ottima e moderna attenzione enologica, piuttosto che i vini scarichi di colore e sostanza, che spesso mostrano un finale troppo morbido, quasi zuccherino.

Mancavano all’assaggio – perché non ancora pronte, o per altre motivazioni – alcune etichette molto quotate e conosciute, che in genere garantiscono una qualità decisamente alta; ne segnaliamo cinque: il Cerasuolo d’Abruzzo di Valentini, di Emidio Pepe, di De Fermo e di Cirelli, nonché il Tauma di Pettinella (che in etichetta non porta la denominazione Cerasuolo d’Abruzzo).

Qui di seguito invece l’elenco dei vini che – degustati come sempre alla cieca – ci hanno maggiormente soddisfatto. Li elenchiamo in ordine alfabetico, suddividendoli in tre categorie.